Stan Lee, cento anni dalla nascita


Il 28 dicembre 1922, ovvero cento anni fa, nasceva Stan Lee (all'anagrafe Stanley Martin Lieber), l'autore (tra gli altri) di Hulk, Thor e - per quello che mi riguarda personalmente - Spider-Man, che è stato il personaggio (grazie all'Editoriale Corno che lo pubblicò per la prima volta in Italia) che mi ha fatto appassionare, dall'età di nove anni, alla lettura dei fumetti.


Nel 2002, vent'ani fa, pubblicai con la mia editrice Lilliput, una cronologia di Spider-Man a quarant'anni dall'uscita in America di Amazing Fantasy 15, dove apparve la sua prima storia.
Quarant'anni di Spider-Man conteneva una introduzione di Marco Rizzo, che all'epoca aveva da poco inaugurato il suo sito ComicUS.


I QUARANTA DI SPIDER-MAN
di Marco Rizzo

Sebbene la nascita dell’Era Marvel dei Comics sia comunemente associata all’uscita di Fantastic Four 1, nel novembre del ’61, è con Amazing Fantasy 15, risalente a esattamente 40 anni fa, che Stan Lee infrange definitivamente lo stereotipo del supereroe inaugurato da Superman, proponendo un personaggio che sarebbe assorto a nuovo modello per l’intera industria dei fumetti americani. 
L’idea di Lee era davvero azzeccata: per favorire l’immedesimazione del lettore con il personaggio, il protagonista non sarebbe stato un uomo adulto, forte, sicuro di sé, distante dai legami familiari e dalla vita di ogni giorno, tanto meno un miliardario come Bruce Wayne. Considerato che la quasi totalità dei lettori di comics negli anni ’60 erano adolescenti o bambini, era una scelta ovvia trasformare il supereroe in un ragazzino impaurito dai propri poteri e soverchiato dalle responsabilità. Infatti, mentre i Fantastici Quattro e Hulk mescolavano (con l’originalità e la bravura giustamente riconosciute) vecchi temi della fantascienza ai tradizionali supereroi, è l’Uomo Ragno ad accantonare i “superproblemi” fantascientifici della Cosa e di Hulk ponendosi quei “superproblemi” della vita di tutti i giorni. 
Accompagnato dai disegni di Steve Ditko, dal tratto essenziale ma dinamico, Lee crea un eroe dal successo assicurato, che in breve tempo si trasferisce da una serie antologica destinata alla chiusura ad una tutta sua (The Amazing Spider-Man), e diviene il simbolo della casa editrice ed uno dei più famosi personaggi dei fumetti del mondo. 
Quando nel ’66 Ditko lascia la Marvel a causa dei contrasti con Lee (contrasti ancora poco chiari), gli subentra John Romita. Disegnatore di origini italiane fattosi le ossa nei fumetti rosa, Romita per i primi mesi imita lo stile di Ditko, per poi far scoprire ai lettori la propria abilità, mostrando di essere ben più che un semplice sostituto. Con il suo arrivo, Peter Parker, l’Uomo Ragno, matura come uomo e come eroe: supera il liceo e fanno la loro comparsa nuovi personaggi, che si aggiungono agli storici Zia May, Flash Thompson, J.J. Jameson. Il cast dei comprimari delle storie dell’Uomo Ragno è sempre stato fondamentale e vastissimo, ad indicare quanto sia complessa la vita del protagonista: l’attenzione si sposta quindi ancora di più sull’uomo dietro la maschera; le banalità da fumetto degli anni ’50 lasciano spazio a temi e personaggi che testimoniano come il timido Peter, grazie alle proprie esperienze da super-eroe, ma soprattutto grazie alle proprie tribolazioni nella vita quotidiana, maturi al fianco del lettore, in un susseguirsi di situazioni che spaziano dal divertente al tragico. È normale dunque che le storie disegnate da Romita, sebbene non manchino di quella dolce ingenuità tipica dei fumetti dei tempi andati, siano rimaste delle pietre miliari nel mondo dei comics americani, e che abbiano influenzato fortemente (a volte anche forzatamente) le storie successive, come la famosa «La notte in cui morì Gwen Stacy» (The Amazing Spider-Man 121). 
Dopo decenni, l’Uomo Ragno è ancora una volta spettatore incapace di agire in una tragedia più grande di lui, stavolta non attuata da un criminale mascherato in cerca di vendetta, ma dalla follia del terrorismo che minaccia la dinamica scenografia delle sue avventure, la vera New York. The Amazing Spider-Man vol.2 36 catapulta il nostro eroe tra le macerie delle Torri Gemelle, in un fumetto già entrato nella storia, scritto da J.M. Straczynski e disegnato dall’erede biologico e artistico di Romita, il figlio John Jr., da qualche anno disegnatore di punta delle Spider-storie. Questo singolo albo si è inserito perfettamente nella politica recente di casa Marvel, che sotto la spinta del nuovo capo Joe Quesada e grazie anche ad una serie di contingenze favorevoli (una su tutte il blockbuster di Sam Raimi), ha riportato in auge il Ragnetto dopo un lungo periodo di stasi creativa. E così Ultimate Spider-Man 1, primo albo della nuova, rivoluzionaria linea Ultimate (destinata a ricreare i personaggi classici per un nuovo pubblico) è divenuto l’albo più ristampato nella storia della Marvel, riportando Spidey nella Top ten e spingendo autori di alto livello a cimentarsi col personaggio. Al già citato Straczynski, che ha risollevato le sorti della collana madre, si sono affiancati una serie di artisti anche totalmente estranei al fumetto di supereroi (come tanti autori underground), ma tutti accomunati dai bei ricordi di infanzia delle storie di Lee/Ditko/Romita, quelle stesse storie che i tanti appassionati di fumetti italiani hanno apprezzato sulle pagine degli albi Corno grazie a Luciano “Max Bunker” Secchi. 
Non è forse troppo dunque sperare che Spider-Man, grazie ad un film con un grande cast e a una produzione di fumetti e merchandising di prima qualità, possa tornare ad essere nuovamente araldo dei comics tra il grande pubblico traghettandoli fuori dalla crisi e dando un contributo sostanziale alla rinascita grazie alle proprie peculiarità. 
Mentre gli altri eroi seguono le mode, la personalità di Peter/Spider-Man, è così forte da mantenerlo riconoscibile nel suo lungo corso di maturazione, e forse proprio questa interessane caratteristica, che ha già fatto innamorare tanti lettori, potrà farci sperare di immaginare i nostri nipoti leggere l’Uomo Ragno col nostro stesso trasporto, con la nostra stessa passione. 
Auguri, Spidey!

Recentemente Marco ha scritto un lunghissimo e bellissimo articolo per MicroMega dal titolo Il grande romanzo americano di Stan Lee che ripercorre tutta la sua vita e che potete trovare QUI


Chiudo riproponendovi il filmato dell'intervista realizzata a Lucca Comics nel 1974, andato in onda qualche anno dopo nel corso della trasmissione SuperGulp! su Raiuno.

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