Premi giornalistici di Puglia


Sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia (Sezione Pubblicisti) dal 2012.
Mi considero un giornalista freelance e la quasi totalità delle mie collaborazioni sono completamente gratuite. Come lo sono la mia partecipazione a conferenze, dibattiti, mostre e altri eventi che concernono il mio campo: il fumetto.

Sarei uno dei massimi esperti del fumetto tarantino (dicono) ma la parola "esperto" la trovo fuori luogo. Sono semplicemente un appassionato e, visto che vivo e lavoro in provincia di Taranto, sarebbe inconcepibile se non conoscessi vita, morte e miracoli di tutti i fumettisti del territorio. Nuvolette (che attualmente non è più una rivista periodica quadrimestrale - lo era nei tempi andati - ma è diventato semplicemente un opuscolo monografico che viene pubblicato senza periodicità) è il frutto del mio lavoro di ricerca e studio del "fenomeno fumetto" a Taranto e provincia. 
In una parola, potrei dire di essere un divulgatore, più che un esperto.


In Puglia ci sono diversi Premi giornalistici. E quest'anno se ne è aggiunto uno nuovo.
Da quando sono iscritto all'Albo, partecipo regolarmente ad almeno uno di essi

Evito di elencarli, anche perché non hanno alcuna attinenza col fumetto.
Vi dico solo che, in dodici anni di iscrizione all'Albo, non ho mai vinto un premio né un mio articolo è mai stato segnalato. Ma su questo non ho nulla da obiettare, il verdetto della giuria è inappellabile e possono premiare chi vogliono. Punto.

C'è un aspetto su cui invece ho molto da obiettare.
Ho sempre segnalato alle Segreterie, soprattutto ad una di esse (quella del Premio più longevo, che esiste da vent'anni), la poca trasparenza nelle procedure.

Ho sempre chiesto (via mail, per posta tradizionale, per telefono) di ricevere un riscontro da parte della giuria della ricezione della mia candidatura. Mai nessuna risposta.
Anche quando ho consegnato il mio articolo e relativa scheda di partecipazione a mano, non mi è mai stata consegnata una ricevuta o un numero di protocollo di avvenuta consegna. Bisognava telefonare il giorno dopo per averlo, ma molte volte non rispondevano al telefono.

Molte volte ho chiesto di conoscere il numero esatto di partecipanti per ogni categoria e magari anche i nomi. Anche qui nessuna risposta.
Ma è forse chiedere troppo? Non sarebbe, invece, al contrario, un vero segnale di trasparenza?

Negli ultimi anni, durate la cerimonia di premiazione (trasmessa in streaming su YouTube) qualcuno ha accennato timidamente ai partecipanti: "una cinquantina".
Al Premio inaugurato quest'anno (era la prima edizione) erano "una settantina".
Perché non dare il numero preciso? Se sono 72, 71, 75 perché non dirlo?
Sempre al nuovo Premio di quest'anno c'era un sito dedicato. Perché non scrivere lì tutto, numero e nomi dei partecipanti per le quattro categorie?


Nel 2020 partecipai ad uno dei concorsi con il mio primo articolo pubblicato su Fumo di China.
Si tratta del pezzo sui novant'anni di Ivo Pavone. Due pagine che ripercorrevano tutta la carriera del disegnatore tarantino, pubblicato sul numero 292 del novembre 2019.
In quell'articolo si parlava di pionieri del fumetto, di secondo dopoguerra, di emigrazione in Argentina, di pregiudizi nei confronti degli autori di  fumetti ("un mestiere poco serio").
Nella categoria Carta Stampata, Sezione Cultura (dove partecipavo con l'articolo su Pavone) ci fu un ex-equo. E in uno dei due articoli premiati - pensate - si parlava di emigrazione e di realizzazione di un sogno...
Mia moglie quella volta mi disse: "Ma perché partecipi ai Premi giornalistici? Se continui a scrivere di fumetto e fumettisti non vincerai mai un Premio del genere. A chi vuoi che interessi di Ivo Pavone o Dante Spada?"

Magari ha ragione lei. E fino a quando non ci sarà maggiore trasparenza nella gestione dei Premi giornalistici che vengono banditi in Puglia, ho deciso di non prendervi più parte, anche perché io scrivo SOLO di fumetti e fumettisti e spesso di quelli originari della Città dei Due Mari.

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