Fumetto, Cinema e Musica. Tre grandi passioni
La maggior parte delle persone che mi conosce (e forse anche la maggior parte dei miei parenti), è convinta che la mia unica grande passione siano i fumetti (che un tempo tutti chiamavano "giornaletti").
I più, quindi, pensano che io legga solo ed esclusivamente fumetti, che guardi solo e soltanto cartoni animati e mi occupi solo ed esclusivamente di questo come giornalista e come operatore della biblioteca in cui lavoro... e anche oggi, che ho superato da poco i sessanta!
La passione per i fumetti mi è venuta quando, nel 1972 (avevo nove anni), a causa di un incidente, sono dovuto restare a letto, quasi immobile, per molti mesi.
Chi veniva a trovarmi, prima in ospedale e poi a casa, mi portava un fumetto da leggere. Tra questi c'era anche L'Uomo Ragno Corno (il primo che ho letto è stato il n. 61, "Un fruscio d'ali nella notte") e che è diventato il mio personaggio preferito, e lo è a tutt'oggi...
Negli anni successivi, grazie al Cinema Ionio - che era la sala cinematografica (e anche teatro) più grande tra quelle di Taranto e provincia (880 posti) - sono diventato un assiduo frequentatore di quei luoghi dove, grazie a un proiettore e a uno schermo, puoi sognare ad occhi aperti (nota: oggi al posto dello Ionio - che è stato demolito - c'è un palazzo con una decina di appartamenti...).
Certo, al cinema ci andavo con i miei genitori (a Mottola ma anche in quelli di "prima visione", a Taranto). I lungometraggi Disney, il maggiolino Herbie (ma ai miei tempi, in Italia, era stato ribattezzato Dudù), Totò, Franco e Ciccio, erano i miei preferiti. Uno svago, un passatempo come un altro...
Fino a quando non andai a vedere (da solo) Taxi Driver, pellicola del 1976 diretta da Martin Scorsese (oggi considerata unanimemente un capolavoro).
A quei tempi non avrei potuto vederlo perché il film era "vietato ai minori di 14 anni" e io non li avevo ancora compiuti.
Nel cinema di Mottola arrivò per fortuna nel 1977 (in seconda o terza visione, credo), e io avevo appena raggiunto l'età minima per poterlo vedere.
Inutile dire che fu proprio quel film, e l'interpretazione di Robert De Niro in particolare, a far sbocciare definitivamente il mio amore per il cinema (quello che all'epoca consideravo "per adulti"). Taxi Driver fu una vera folgorazione.
Sempre nel 1977, alla passione per i fumetti e a quella per il cinema si aggiunse anche quella per la musica.
Mi ero appena iscritto alla prima classe delle superiori e a Mottola c'erano già due radio "libere", come si diceva allora: Radio Mottola (la prima radio privata mottolese e della provincia, nata nel giugno 1976) e Radio Mottola Centrale (dall'estate 1977). A gennaio 1978 arrivò anche Radio Proposta, per volere di un gruppo di giovani universitari e grazie ad un piccolo trasmettitore FM sui 99 MHz, che riusciva a coprire solo una piccola parte del centro abitato.
Il mio primo disco che acquistai (da un notissimo negozio di elettrodomestici a due passi da casa mia, in via Salvo D'acquisto), mettendo i soldi da parte (e privandomi di un considerevole numero di gelati e merendine), è stato Burattino senza fili di Edoardo Bennato.
Lo ascoltavo a casa di mia nonna, grazie al giradischi sgangherato di mio zio marchiato "Selezione dal Reader's Digest", spacciato per impianto hi-fi ma che era semplicemente "stereofonico" con un amplificatore integrato. (Ciao zio Nino, riposa in pace...).
Difficile spiegare a parole le emozioni che suscitavano in me brani come "È stata tua la colpa", "La fata", "Quando sarai grande" (con il suo bellissimo testo che, nel 2001, ho dedicato a mia figlia, inserendolo nell'annuncio della sua nascita) e "Mangiafuoco", che ascoltavo - cantando a squarciagola - decine e decine di volte a volume altissimo (per la disperazione di mia nonna).
Allora non conoscevo affatto cosa fosse un concept album o il vero significato di brani come "Il gatto e la volpe", ma Bennato è stato l'artista che ha fatto nascere in me la passione per la musica, anche se semplicemente da ascoltatore, naturalmente.
Oggi, a 61 anni, queste tre passioni, insieme a quelle per la lettura e per il giornalismo, sono le cose che mi fanno sentire ancora vivo, oltre a mia figlia e a mia moglie, che mi sopportano e che amo prima di ogni cosa.
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